Cosa vedere a Bologna? La città emiliana, pur essendo più conosciuta per la sua anima medievale, fatta di torri e palazzi che da secoli vegliano sul centro storico, ospita diversi esempi di edifici in stile Liberty, movimento artistico che, con declinazioni diverse, emerse in Europa e negli Stati Uniti tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, e che interessò soprattutto le arti applicate e l’architettura.

Qui vi proponiamo un itinerario che vi guiderà alla scoperta delle principali testimonianze di questa corrente artistica a Bologna.

Il nostro viaggio alla scoperta della Bologna Liberty parte da Palazzo Ronzani, soprannominato scherzosamente in bolognese Palâz di Pistulén. Situato all’angolo tra via Rizzoli e piazza Re Enzo, nell’area in cui sorgeva l’antico Mercato di Mezzo, fu costruito fra il 1914 e il 1915 su progetto dell’architetto Gualtiero Pontoni, su commissione di Alessandro Ronzani (da cui il nome), noto industriale dell’omonima birra di Casalecchio. L’imponente edificio presenta un pastiche di materiali. Curiosa e pregevole la colorata pensilina in ferro e vetro prospicente il portico che segnala la presenza di una vecchia fermata del tram, realizzata da Umberto Costanzini nel 1921. Il palazzo ospitava anche un teatro sotterraneo, successivamente convertito in sala cinematografica (oggi Cinema Modernissimo).

Nelle immediate vicinanze di Palazzo Ronzani, e precisamente al numero 16 di via Rizzoli, si trova un altro edificio in stile Liberty. Stiamo parlando di Casa Barilli, la cui costruzione risale al 1906-1907, su disegno dell’architetto Leonida Bertolazzi. La struttura si sviluppa su quattro piani tutti diversamente caratterizzati in esterno con decorazioni che rimandano allo stile della cosiddetta Secessione viennese: archi ribassati, lesene a tutt’altezza, ringhiere in ferro lavorato e una finestratura pressochè continua. L’edificio, nato con l’intento di ospitare i primi grandi magazzini di Bologna, attualmente ospita nei primi due piani un negozio di una nota azienda informatica americana mentre il terzo e il quarto piano sono ad uso uffici e residenziale.

L’itinerario prosegue poi in Piazza Nettuno, una delle piazze più famose di Bologna, dove si trova la Biblioteca Salaborsa (inaugurata nel dicembre 2001). Il nucleo originario sorse negli anni Ottanta del XIX secolo per poi subire alcune modifiche strutturali negli anni Venti del secolo scorso. L’ampio utilizzo del metallo, che diverrà celebre solo qualche anno dopo con il Liberty, qui ha il tocco onirico di un’elegante premonizione. Anche le decorazioni a rosoni del soffitto strizzano l’occhio alla corrente Liberty. Sotto la pavimentazione di cristallo della cosiddetta piazza coperta si possono ammirare i resti della Bologna romana e medievale.

La tappa successiva è l’elegante Palazzina Majani, ubicata al civico 4 di via Indipendenza. Fu eretta fra il 1904 e il 1908 su progetto del pittore e architetto Augusto Sezanne come sede del caffé e del negozio di cioccolata Majani (il primo produttore italiano di scorze solide di cioccolata). Attualmente ospita un punto vendita di una catena di negozi di abbigliamento low cost. Con il suo balcone di forma semicircolare, la balaustra in ferro battuto e le decorazioni floreali, rappresenta uno dei migliori esempi di architettura Liberty a Bologna. All’epoca in cui fu costruita i tradizionalisti la paragonarono a “una seggiola di Vienna messa lì a urtare le gambe dei passanti”.

Infine, l’ultima tappa dell’itinerario è via Audinot, una delle aree più rappresentative della Bologna moderna. La via è quasi interamente occupata da villini unifamiliari caratterizzati da un’appariscente decorazione floreale e abbondanti lavorazioni di cancelli e balconi in stile Liberty. Le villette furono progettate nei primi anni del XX secolo dall’architetto e imprenditore milanese Paolo Sironi, autore per Bologna di altri importanti progetti, purtroppo non realizzati. La strada, un tempo chiamata via Sironi in onore dell’architetto, faceva parte della cité-jardin prevista dal piano di ampliamento del 1889 ad occidente della cinta muraria del Trecento. All’inizio di via Audinot, al civico 9, sorge il villino Sironi.

Foto galleria fotografica © Bologna Welcome

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