Situata nel centro storico di Scandiano, la Rocca dei Boiardo è un monumento di grande valore storico e culturale. Ed è famosa non solo come struttura difensiva prima e dimora signorile poi, ma soprattutto perché tutta la storia di Scandiano e della sua gente si è svolta al suo interno: vi nacque il poeta Matteo Maria Boiardo, uno dei più noti e importanti letterati italiani del XV secolo; nei sotterranei era solito compiere i suoi esperimenti Lazzaro Spallanzani, il naturalista scandianese vissuto nel XVIII secolo, considerato il “Galilei della biologia”; e vi alloggiarono il poeta Francesco Petrarca, il riformatore Giovanni Calvino e Papa Paolo III.

Risalente al XII secolo, la rocca fu fatta costruire come luogo di difesa (dotato di cinta muraria, fossato con annesso ponte levatoio e torri di vedetta) dalla nobile famiglia dei Da Fogliano. Successivamente passò alla famiglia Boiardo (da cui prende il nome), che l’abitò dal 1423 al 1560. Con i Boiardo la rocca venne trasformata in una sontuosa dimora signorile, ricca di pitture e sculture, che si apriva su un grande spazio verde ornato di peschiere e fontane a grottesche. Fu in questo periodo che Nicolò dell’Abate vi dipinse gli affreschi del Camerino, con scene dell’Eneide, trasferiti alla fine del XVIII secolo alla Galleria Estense a Modena.

A seguito dell’estinzione dei Boiardo nel 1560, vi abitarono i Thiene dal 1565 al 1623. Questi diedero incarico all’architetto Giovan Battista Aleotti detto l’Argenta di progettare il rinnovamento della rocca con la grande facciata sul lato sud e l’imponente scalone che conduce ai piani superiori. Estinto anche questo casato, l’edificio fu abitato prima dai Bentivoglio e successivamente dai marchesi d’Este, che introdussero decorazioni di gusto barocco. Dopo i marchesi d’Este, la rocca subì un periodo di abbandono prima di passare nel 1750 al nobile genovese Giovan Battista Mari (che la tenne per quasi trent’anni), per poi tornare nuovamente ai regnanti estensi. Durante la Rivoluzione francese rimase di proprietà dello Stato, per essere in seguito venduta a Paolo Braglia di Scandiano che la tenne fino alla Restaurazione, quando tornò nuovamente agli estensi. La rocca subì poi un progressivo degrado fino al 1983, quando fu sottoposta a importanti lavori di restauro.

Nell’edificio convivono diversi stili: medievale, rinascimentale e barocco. Il complesso si staglia al centro del borgo storico con la massiccia torre angolare e la maestosa facciata secentesca. L’elegante cortile con portico dà accesso al cosiddetto Appartamento Estense (realizzato nel XVI secolo e modificato nei primi decenni del XVIII), l’ambiente più raffinato di tutta la struttura. Al suo interno si succedono diverse sale con pregevoli decorazioni. Il monumentale scalone è caratterizzato da statue in terracotta, realizzate nel 1619 dallo scultore genovese Giovan Battista Pontelli, che raffigurano membri della famiglia Thiene. Una porta nel cortile conduce ai sotterranei, sede delle vecchie prigioni. Nei giardini, che presentano un affascinante alternarsi di antiche mura e nuovi spazi erbosi, vengono organizzate iniziative culturali, enogastronomiche e spettacoli.

Foto © Andrea Samaritani

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