Reggio Emilia è una città ricca di arte, storia e cultura, con diversi musei che meritano sicuramente una visita. Alcuni di questi spazi museali, devono il loro successo, oltre che alle collezioni permanenti, anche alle eccezionali mostre temporanee che ospitano. Ne abbiamo selezionati 5 da non perdere. Scopriamoli insieme!
Museo del Tricolore
Reggio Emilia è rinomata per essere il luogo di nascita della bandiera italiana, la cui storia viene illustrata (in modo innovativo) nel Museo del Tricolore. Allestito all’interno del Palazzo del Comune, nei locali adiacenti alla storica Sala del Tricolore (dove il 7 gennaio del 1797 fu adottato il vessillo che divenne poi bandiera nazionale), raccoglie un gran numero di documenti originali e cimeli, oltre all’importante nucleo di opere del progetto “Novanta artisti per una bandiera”. Ampio spazio è dedicato anche alla storia delle vicende politiche di Reggio Emilia, dalla nascita della Repubblica Reggiana alle testimonianze del contributo offerto dai reggiani alle battaglie per il riscatto nazionale.
Palazzo dei Musei
Se parliamo di musei a Reggio Emilia non possiamo non menzionare il Palazzo dei Musei, la sede principale dei Musei Civici. Ex convento francescano, durante le soppressioni napoleoniche si trasforma in una caserma e stalla per cavalli, quindi in sede di istituzioni scolastiche. Solo a partire dal 1830 viene utilizzato come sede museale. Attualmente vi si trovano raccolte e collezioni riferibili all’archeologia (Mosaici romani, Museo Chierici di Paletnologia, Portico dei Marmi-sezione romana, Museo di Regium Lepidi), all’etnografia, alla storia dell’arte (Galleria dei Marmi-sezione medievale, Mosaici medievali), alla storia naturale (Museo Spallanzani, Raccolte zoologiche, anatomiche, botaniche, geo-mineralogiche e paleontologiche) e alla storia della città.
Galleria Parmeggiani
Un altro museo da non perdere è la Galleria Parmeggiani, che rappresenta un singolare esempio di casa-museo dell’Ottocento. Il palazzo, di stile gotico-rinascimentale, fu fatto edificare dall’eclettico Luigi Parmeggiani tra il 1925 e il 1928 (su progetto dell’ingegnere reggiano Ascanio Ferrari) per ospitare la sua raccolta d’arte. Riunisce tre diverse collezioni: i dipinti, mobili e tessuti che appartengono alla raccolta del pittore, collezionista e antiquario Ignacio Leon y Escosura; le armi e le oreficerie che provengono dalla bottega parigina Marcy; e la produzione pittorica di Cesare Detti. Tra le opere di maggior pregio si segnalano: il Ritratto del Principe Carlos di Borbone di Herrera Barnuevo, il Trittico del XVI secolo attribuito al maestro di Bruges e il Salvatore Benedicente di El Greco.
Collezione Maramotti
La Collezione Maramotti è una collezione privata d’arte contemporanea. Aperta al pubblico nel 2007, è allestita nella sede storica della casa di moda Max Mara. Comprende centinaia di opere d’arte (soprattutto dipinti ma anche sculture e installazioni) realizzate dal 1945 a oggi, di cui oltre duecento in esposizione permanente, che rappresentano alcune delle principali tendenze artistiche della seconda metà del XX secolo. Tra gli artisti inclusi nella collezione nomi del calibro di Francis Bacon, Jean-Michel Basquiat, Alberto Burri, Nicola De Maria, Anselm Kiefer, Jannis Kounellis, Mimmo Paladino e Bill Viola, solo per citarne alcuni. Alle opere non incluse nell’esposizione permanente sono dedicate interessanti mostre temporanee.
Museo del Santuario della Beata Vergine della Ghiara
Il Museo del Santuario della Beata Vergine della Ghiara accoglie gli oggetti liturgici e donativi che nel corso dei secoli sono pervenuti al tempio in segno di devozione verso l’immagine miracolosa della Madonna. Istituito nel 1982, ospita una delle più preziose raccolte d’arte della città e testimonia il forte legame che unisce Reggio al culto della Vergine. Tra i pezzi esposti spiccano: il piccolo quadro raffigurante La Vergine in adorazione del Bambino di Carlo Bononi, risalente al XVII secolo; i sei candelieri, destinati ad arredare nei giorni di festa l’altare della Madonna, eseguiti dai romani Gianfrancesco Frangi e Marco Marchi su commissione del duca Francesco I d’Este (1634); e la corona in argento, perle e pietre preziose realizzata nel 1674 dall’orafo reggiano Michele Augusta.
Foto in primo piano © Sailko | Foto galleria © Turismo Reggio Emilia
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