L’Emilia tra Reggio Emilia, Parma e Piacenza è un territorio ricco di storie da vivere. Uno spunto alternativo per scoprire nuovi punti di vista, dall’alto verso il basso, è andare alla scoperta delle meravigliose cupole presenti in Emilia. Si tratta di vere e proprie opere d’arte dalla bellezza strepitosa che artisti geniali hanno omaggiato con i loro pennelli. L’itinerario che segue guida alla scoperta di queste cupole.

REGGIO EMILIA

Il nostro itinerario alla scoperta delle cupole in Emilia non poteva che iniziare da Reggio Emilia e precisamente dal Tempio della Beata Vergine della Ghiara, un gioiello che contiene un tesoro tutto da scoprire. Posizionata lungo l’antico corso della Ghiara, oggi conosciuto come corso Garibaldi, la basilica fu costruita grazie alle offerte dei fedeli in seguito ad un miracolo avvenuto il 29 aprile 1596, quando il giovane Marchino, sordomuto dalla nascita, ottenne miracolosamente parola ed udito mentre pregava davanti a un’immagine della Madonna dipinta dal Bertone.

Elegante e maestosa, la cupola che si innalza su un bel cornicione venne costruita dal reggiano Francesco Pacchioni su progetto di Cosimo Paglioni ed è stata meravigliosamente affrescata da Lionello Spada, allievo dei Carracci. L’opera di Spada è ispirata alle scritture dell’Antico Testamento e rivela le grandi qualità prospettiche dell’artista, in particolare nella realizzazione degli angeli. La caratteristica della basilica è l’eccezionale ciclo di affreschi e pale d’altare eseguite dai migliori artisti del Seicento emiliano. Tra le opere presenti spicca la grande Pala eseguita tra il 1624 e il 1625 da Giovan Francesco Barbieri, detto il Guercino.

PARMA

A Parma, una delle città più belle d’Italia, si possono ammirare le tre cupole di Antonio Allegri detto il Correggio. La prima, definita da Antonio Raffaello Mengs come “la più bella di tutte, che siensi dipinte prima e dopo di lui”, è la cupola del Duomo, una delle opere più celebri dell’artista. Affrescata tra il 1524 e il 1530, la cupola rappresenta l’Assunzione della Vergine con un linguaggio innovativo per l’epoca. La Vergine sale verso Cristo, che l’attende sospeso a mezz’aria, circondata da una folla e avvolta in un vortice popolato di nuvole e luce.

La seconda è la cupola della Basilica di San Giovanni Evangelista, che Correggio decorò con un meraviglioso ciclo di affreschi tra il 1520 e il 1524, inaugurando la libertà illusionistica tipica dell’arte barocca. L’opera mostra Cristo circondato dagli undici apostoli, con l’anziano Giovanni alla base. La decorazione tradisce suggestioni provenienti dagli affreschi di Michelangelo della Cappella Sistina e, in maniera ancor più limpida, una riflessione su alcune opere di Raffaello. Sempre dell’artista emiliano gli affreschi della Camera della Badessa, o Camera di San Paolo, realizzati intorno al 1519. Per l’originalità dell’invenzione illusionistica e la raffinatezza dei motivi decorativi, l’ambiente rappresenta uno dei massimi capolavori del Rinascimento italiano.

PIACENZA

La prima tappa dell’itinerario a Piacenza è la rinascimentale Basilica di Santa Maria di Campagna, edificata tra il 1522 e il 1528 su progetto dell’architetto piacentino Alessio Tramello. L’edifico ospita un gran numero di pregevoli opere d’arte, tra le quali spiccano gli affreschi della cupola realizzati tra il 1530 e il 1535 da Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone. L’opera consente di immergersi nelle figure dell’Antico Testamento. Il ciclo prosegue ad opera di Bernardino Gatti detto il Sojaro, dal 1543, con gli Apostoli nelle lesene, con le storie della Vergine nel tamburo e i quattro evangelisti nei pennacchi.

La tappa successiva è il Duomo di Piacenza, anche conosciuto come Cattedrale di Santa Maria Assunta e Santa Giustina, uno degli esempi più importanti di architettura romanica. Costruito tra il 1122 e il 1233 sulle spoglie della precedente cattedrale, l’edificio presenta molte stupende decorazioni. Assolutamente da non perdere la salita verso la cupola per ammirare gli splendidi affreschi realizzati tra il 1626 e il 1627 da Giovan Francesco Barbieri, soprannominato per il suo strabismo fisico ma non artistico il Guercino

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