Per gli appassionati di castelli medievali nel suggestivo scenario dell’Appennino Reggiano vi sono alcune fortificazioni la cui storia è strettamente legata a quella della contessa Matilde di Canossa, che qui aveva collocato il centro politico e militare del suo immenso feudo. Partendo da Reggio Emilia si possono percorrere alcuni interessanti itinerari collinari, in uno scenario originale e particolarmente affascinante, che guidano alla scoperta di questi meravigliosi castelli.
CASTELLO DI BIANELLO
Sulle prime colline dell’Appennino Emiliano, nel comune di Quattro Castella, spicca il Castello di Bianello, l’unica fortificazione reggiana ad essere arrivata ai giorni nostri completamente integra. Tra i castelli matildici è l’unico che mantiene gli originari 4 torrioni risalenti già all’VIII secolo. Il castello si trova su uno straordinario balcone naturale da cui è possibile godere di una meravigliosa vista del paesaggio circostante.
Bianello è stato sino alla metà del ‘700 dimora e fortezza dei Canossa, per poi divenirne dimora signorile. L’origine del castello come torre di avvistamento è accertata già nel X secolo. In questo castello la contessa vi soggiornava abitualmente e vi ospitò Enrico IV penitente ed Enrico V dopo la sua incoronazione a Roma che la proclamò nel 1111 vicaria imperiale in Italia. Per ricordare questo importante episodio medievale ogni anno si tiene un’interessante manifestazione rievocativa, il Corteo Storico Matilidco, che impegna centinaia di comparse in costumi medievali. Dopo la morte di Matilde, il castello rimase di proprietà dei Canossa fino all’estinzione della casata nel 1742.
Nel corso del tempo il castello ha subito diverse trasformazioni, tuttavia, conserva interessanti strutture della primitiva rocca e, in una stanza, un dipinto che rappresenta Matilde con in mano il fiore del melograno, simbolo della chiesa, ed il motto “tuetur et unit”, ad opera del pittore reggiano Ugolini. Gli ambienti di maggior pregio sono quelli realizzati a partire dalla seconda metà del XVII secolo da Gaetano da Canossa, il quale fece dipingere alcune stanze dagli artisti Gian Giacomo Monti e Baldassarre Bianchi. I meravigliosi affreschi sono ancora visibili in cinque stanze. Di notevole interesse artistico anche la piccola cappella dedicata a San Giovanni Battista ricavata nel vano della torre con eleganti pitture e arredi sacri.
CASTELLO DI CARPINETI
A Carpineti, piccolo paese sulle colline di Reggio Emilia, si ergono maestosi i resti del Castello di Carpineti, anche conosciuto come il Castello delle Carpinete. Situato sulla vetta del monte Antognano dal quale domina le vallate del Tresinaro e del Secchia, il castello è una delle fortificazioni più importanti tra i domini di Matilde di Canossa, la quale vi trascorse lunghi periodi amministrando i suoi territori dall’interno delle sue sicurissime ed inaccessibili mura.
Il castello ha origini molto antiche e la costruzione del primo fortilizio viene fatta risalire al X secolo per mano di Atto Adalberto di Canossa, avo di Matilde. Arroccato a quota 805 metri, il castello, in seguito all’espansione dei possedimenti dei Canossa, venne a collocarsi al centro delle loro terre. Qui la contessa nel 1077 ospitò papa Gregorio VII che proprio per la presenza del papa fu chiamato con una certa enfasi “la nuova Roma“. Dopo la morte della contessa il suo feudo si disgregò, Carpineti subì distruzioni e vide avvicendarsi diversi proprietari, fra i quali anche il leggendario “bandito della montagna” Domenico Amorotto durante il XVI secolo.
Ridotto a imponente rudere, il castello dal punto di vista architettonico si presenta circondato da una prima cinta muraria, sul lato ovest della quale si notano tracce delle antiche cannoniere e degli apparati sporgenti che costituivano la difesa piombante. All’interno spicca la torre isolata, molto ben conservata. Da non perdere la meravigliosa vista dalla cima del mastio, che può essere raggiunta attraverso un sistema di scale interne. Esternamente al perimetro fortificato si trova l’antica Chiesa di stile romanico dedicata a Sant’Andrea consacrata nel 1117, di notevole interesse e tuttora ben conservata.
CASTELLO DI ROSSENA
Nel borgo di Rossena, su una rupe vulcanica rossastra dalla quale prende il nome, si trova un imponente castello giunto pressoché intatto ai giorni nostri. A differenza degli altri castelli reggiani che con il passare del tempo si sono trasformati in dimore signorili, Rossena ha mantenuto l’impianto originario di vera e propria macchina da guerra, infatti, la sua funzione era quella di bloccare eventuali attacchi provenienti dalla valle dell’Enza.
Secondo alcuni storici fu Atto Adalberto a iniziarne la costruzione verso il 950 mentre secondo altri fu Bonifacio di Canossa, padre di Matilde. Nel corso del tempo il Castello di Rossena ha avuto diversi proprietari: nel secolo XI apparteneva a Bonifacio di Canossa; nel XIII secolo fu incamerato dalla famiglia Da Correggio che lo tenne fino al 1612; dal 1613 entra a far parte integrante del ducato di Parma e Piacenza fino al 1847 quando, morta la Duchessa Maria Luigia, il castello viene aggregato al Ducato di Modena e Reggio.
Parte della costruzione risale al X secolo: si tratta del mastio, il quale è caratterizzato da una forma massiccia, spesse mura e aperture piccole e sottili. Al suo interno è visibile la cosiddetta “sala delle virtù” dove sono stati scoperti interessanti affreschi risalenti al XVIII secolo. È possibile passeggiare per la cosiddetta “quota della Sala d’Armi” comprendente il nucleo originario del sistema difensivo, dalla quale si può ammirare un magnifico panorama. Di fronte al castello si erge la Torre di Rossenella, detta anche Guardiola. Risalente al XII-XIII secolo, la torre rappresenta uno dei manufatti più interessanti dell’Appennino Reggiano in quanto non modificata da successive integrazioni murarie.
CASTELLO DI CANOSSA
Il più famoso dei castelli matildici è senza dubbio il Castello di Canossa, di cui rimangono i ruderi e un piccolo museo. Situato sopra una rupe di arenaria bianca, il castello è famoso per uno storico incontro avvenuto nel freddissimo gennaio 1077, quando l’imperatore Enrico IV, dopo la scomunica e la ribellione dei nobili sottoposti, attese per tre giorni e tre notti, prima di essere ricevuto e perdonato da papa Gregorio VII, con l’intercessione di Matilde di Canossa.
Venne fondato quasi certamente alla metà del X secolo da Adalberto Atto anche se non si sa con certezza quali strutture costituissero il complesso. Di quel primo complesso rimane ben poco. Nel corso dei secoli è stato più volte distrutto e ricostruito. Dopo la morte di Matilde inizia per il castello un periodo di declino, segnato dalla sua distruzione avvenuta prima nel 1255 ad opera del Comune di Reggio e poi da quella avvenuta nel 1557 ad opera di Ottavio Farnese. Della struttura originaria rimangono tracce delle mura e della cripta del tempio.
Il castello ospita attualmente il Museo “Naborre Campanini”, al cui interno sono custoditi alcuni pregevoli reperti, in buona parte provenienti dagli scavi eseguiti nell’area negli anni 1877 e 1893, tra cui un fonte battesimale monolitico del XII secolo, di scuola lombarda, con raffigurazioni stilizzate degli evangelisti.
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