Intorno all’anno mille, nello scenario dell’Appennino Reggiano si verificavano le grandi vicende della storia d’Europa e protagonista di queste vicende fu la contessa Matilde di Canossa, che qui aveva collocato il centro politico e militare del suo immenso feudo. Di quel grande potere restano un gran numero di castelli e pievi che ricordano un periodo di forti passioni politiche e religiose.
Il Sentiero Matilde rappresenta una delle dorsali strategiche di attraversamento escursionistico della provincia di Reggio Emilia in direzione del crinale appenninico e della Toscana. Esso è composto da una rete di itinerari lungo le antiche direttrici viarie del Medioevo grazie alla quale è possibile rivivere la storia di Matilde di Canossa attraversando gli antichi luoghi del suo grande feudo, che si estendeva per buona parte della penisola centro-settentrionale.
Il sentiero è interamente segnato e tabellato. La segnaletica orizzontale è composta da segni rosso-bianco-rossi a vernice mentre come segnaletica verticale vi sono lungo tutto il percorso frecce metalliche che indicano la meta ravvicinata, quella intermedia e quella di tappa. Inoltre, nei punti principali del tracciato vi sono aree di soste con un tabellone informativo di insieme.
Il sentiero conduce dalla rupe di Canossa fino al piccolo borgo di San Pellegrino in Alpe, balcone naturale sulla Garfagnana, attraverso castelli, case a torre, antiche pievi e borghi incastonati in un incantevole paesaggio naturale. Esso è composto da cinque tappe più il raccordo di ingresso da Reggio Emilia, grazie alle quali è possibile scoprire la grande suggestione del patrimonio artistico e storico lasciato dalla donna più importante del Medioevo.
Raccordo Cittadino: da Reggio Emilia a Canossa
Il “raccordo cittadino” inizia alla periferia sud di Reggio Emilia, subito oltre il ponte di San Pellegrino, raggiungibile percorrendo lo storico viale Umberto I. Si parte seguendo la pista ciclopedonale del torrente Cròstolo, che lo costeggia sulla riva sinistra per circa 6 km. Percorrendo la ciclopedonale si trovano il Parco Fucini e il Parco delle Caprette, mentre sulla riva destra del torrente si sviluppa il percorso naturalistico. Il parco del Crostolo comprende luoghi di valore monumentale come il Palazzo Ducale di Rivalta, la Villa di Rivaltella e il Casino della Vasca (Vasca di Corbelli).
Si prosegue fino a Vezzano sul Crostolo, il cui territorio è costellato da un rilevante patrimonio storico, culturale, paesaggistico ed ambientale. Di particolare interesse è la Chiesa di San Martino, nel cui prospetto meridionale è collocata una architrave scolpita recante l’emblema dei Canossa. Nel centro storico sono ancora visibili alcune case-torre risalenti al XV secolo. Dal centro di Vezzano costeggiando la base del colle arenaceo si raggiunge poi il borgo del Castello di Canossa.
TAPPA 1: Ciano – Casina
Il Sentiero Matilde parte dalla stazione ferroviaria di Ciano d’Enza, capoluogo del Comune di Canossa. Seguendo la segnaletica si giunge a Vico, delizioso borgo che conserva in parte la struttura urbanistica originaria pur nella alterazione continua dei caratteri ambientali. In particolare presenta un interessante rustico con torre colombaia secentesca della famiglia Giovannini. Superata la borgata di Vico, si prosegue sino al borgo ed al Castello di Rossena situato su una rupe vulcanica rossastra che gli dà il nome. Il castello, forse tra tutti il più bello e meglio conservato dell’intera area matildica, domina uno straordinario panorama che abbraccia un ampio tratto della pianura e della dorsale appenninica Tosco-emiliana. Il percorso prosegue verso il borgo di Riverzana, piccolo nucleo situato su un poggio sotto i declivi di Canossa in vista della valle dei rii Ferrari e di Vico.
Superato il piccolo nucleo di Riverzana, si raggiunge il borgo e i ruderi del Castello di Canossa, il quale è noto nel mondo per l’avvenimento occorso nel rigido inverno del 1077, allorquando l’imperatore Enrico IV, in veste di pellegrino, attese per tre giorni e tre notti, prima di essere ricevuto e perdonato da papa Gregorio VII, con l’intercessione di Matilde di Canossa. Il Castello, circondato da suggestivi calanchi che danno al paesaggio un aspetto quasi lunare, ospita attualmente il Museo “Naborre Campanini”. Si prosegue poi verso il borgo di Cavandola, un piccolo nucleo di case disposto sulle pendici di levante del monte Tesa. Da Cavandola si costeggiano le pendici del monte Tesa fino a Ceredolo dei Coppi, borgo la cui singolare caratteristica è la presenza ricchissima di bugne benaugurali con abbozzati volti umani. La meta successiva è Bergogno, suggestivo borgo tra i più interessanti dell’area canossana, che conserva le caratteristiche principali della locale architettura tardomedievale.
Usciti da Bergogno, il percorso risale fino alla località di Crocicchio. Si raccomanda una digressione alla vicina Pieve di S. Bartolomeo di Pavullo, antica chiesa che presenta una bella facciata romanica e di cui si ha notizia scritta fin dal 980. Da Crocicchio si prosegue fino alla borgata di Monchio dei Ferri, o Monchio di Sarzano, importante esempio di fortificazione rurale costituito dalla Corte dei Rossi. L’itinerario prosegue sino al Castello di Sarzano, feudo di Matilde di Canossa posto sulla sommità di un colle che fin da tempi remoti si poneva a difesa della strada che da Reggio di Lombardia saliva verso i valichi per la Toscana. Da Sarzano la tappa si conclude scendendo un panoramico sentiero che conduce a Casina.
TAPPA 2: Casina – Carpineti
La seconda tappa congiunge due “capitali” delle Terre di Canossa: i capoluoghi comunali Casina e Carpineti. Si parte dal Municipio di Casina in direzione Marola e si arriva alla chiesa di Migliara. Il sentiero poi si inoltra nei boschi arrivando alle borgate di Cà Brioni: Castello, complesso rurale ad impianto articolato probabilmente riferibile al XVI-XVII secolo; e Ca’ Nova, complesso rurale di grande pregio della famiglia Canovi. Da Ca’ Nova si sale alle case più alte di Marola per poi scendere ed attraversare via Dante Alighieri raggiungendo il Seminario-Abbazia di Marola, edificato tra il 1076 ed il 1092 per munificenza della contessa Matilde di Canossa, come dimostrazione della sua riconoscenza nei confronti dell’eremita Giovanni da Marola, premiato per averla incoraggiata a proseguire la lotta contro l’imperatore Enrico IV. Marola è molto conosciuta oltre che per la sua abbazia romanica anche per i suoi castagneti. Dal seminario si procede verso Cigarello, dove si incrocia l’altro ramo del Sentiero Matilde che scende da Valcava e passa per la località Croce di Petrella, la cui emergenza principale del nucleo, in abbandono, è costituita da un pregevole fabbricato cinquecentesco.
Da Cigarello, dove si evidenzia un complesso articolato a due caratteristiche case-torri, si procede per S. Donnino che costeggia il Tresinaro. Si entra nel borgo passando a fianco del cimitero e della chiesa di origine medievale, che secondo la tradizione fu fatta costruire dalla contessa Matilde di Canossa. Il sentiero prosegue verso il borgo di Riana, un suggestivo nucleo rurale con case a torre, e da qui una breve deviazione permette di raggiungere il borgo di Regigno, un nucleo di grande pregio situato su un rilievo alla sinistra del rio Riana. Il sentiero, invece, prosegue verso il Castello delle Carpineti, o Castello di Carpineti, situato sulla vetta del monte Antognano dal quale domina le vallate del Tresinaro e del Secchia, a pochi Km dal centro di Carpineti. Durante il regno di Matilde, la rocca di Carpineti fu ulteriormente fortificata e divenne nel tempo la residenza preferita della contessa, che vi trascorse lunghi periodi amministrando i suoi territori dall’interno delle sue sicurissime ed inaccessibili mura. A circa quattro chilometri dal castello da segnalare l’antica Pieve di San Vitale.
TAPPA 3: Carpineti – Toano
Partendo da Savognatica, si attraversa il Fosso delle Coste, l’abitato di Cà Bazzoni e si raggiunge il borgo rurale di Cogliolla, il quale sorge in posizione particolarmente favorevole per il controllo visivo del Secchia. Attraversati il Ponte dell’Oca e la provinciale, il sentiero sale lungo l’antica “strada comunale” che taglia i coltivi in campo aperto fino a Cavola. Posto a ridosso del fondovalle Secchia, l’abitato di Cavola è un centro economico molto vivo grazie a diverse aziende artigianali che tengono vive tradizioni come la falegnameria e il lavoro della pietra. Vi sono due edifici di grande interesse architettonico ed artistico: la Chiesa parrocchiale di San Michele, che presenta nel portale e nei prospetti laterali notevoli decorazioni in pietra; e l’Oratorio della Madonna della Neve, con all’interno l’altare seicentesco in legno intarsiato, opera di Francesco Ceccati. A monte della Chiesa di San Michele il sentiero si stacca sulla sinistra lungo una carraia che raggiunge il borgo di Stiano, un nucleo rurale sulle pendici del monte Croce dove è di particolare interesse l’antica casa dei Ceccati con la caratteristica torre.
Dopo Stiano il sentiero prosegue attraverso i campi salendo fino al suggestivo borgo di Manno, dove sono ancora visibili il tracciato selciato, la corte e la villa ottocentesca della famiglia Ghirardini, la chiesa di S. Prospero e Paolo. L’itinerario prosegue salendo fino al borgo del Castello di Toano ed alla Pieve romanica di S. Maria in Castello, annoverata tra i monumenti più significativi di architettura romanica presenti sul territorio di Reggio Emilia e tra i più antichi edifici di culto della diocesi reggiana. La discesa verso il torrente Dolo avviene attraverso la strada del borgo di Polcione che diventa carraia ed intercetta l’Oratorio dei Prevedelli e il borgo di Frale.
TAPPA 4: Toano – Gazzano
Da Frale, proseguendo attraverso coltivi e residui di antichi vigneti, si raggiunge il torrente Dolo presso Villa Bonicelli, antico palazzo, in parte ristrutturato, dove sono ancora visibili i caratteri tipologici originari nei rimanenti prospetti. Il sentiero prosegue poi verso le antiche fonti termali di Quara, anticamente chiamate “Balneum Aquarium” e di cui si ha notizia nella metà del XV secolo. L’itinerario prosegue verso Cadignano, nel comune di Villa Minozzo, borgo con antiche case padronali e oratorio da cui si scende al ponte a schiena d’asino del XVII secolo.
Da Cadignano si possono seguire due percorsi paralleli: l’uno in riva reggiana (alla sinistra del torrente Dolo) e uno nel modenese (in riva destra del torrente).
La variante reggiana da Cadignano borgo sale a Campolungo e da qui su una carrabile in parte asfaltata la località di Calvello. Da Le Bore si procede verso Cà de’ Rossi intercettando la strada comunale di Morsiano, importante borgo che si distende sulle estreme propaggini orientali del monte Penna, e attraversato il paese si prosegue verso Romanoro. Si raggiunge il guado sul torrente Cervarolo e da qui si risale nel bosco fino a raggiungere Gazzano.
La variante modenese dal Ponte di Cadignano costeggia il torrente Dolo intercettando interessanti vasche d’acqua e raggiunge il letto della storica frana di Valoria-Rio Rumaggio. Si risale costeggiandola fino alla località C. Percigolo, per poi proseguire fino a Romanoro, dove si può ammirare la bella Chiesa di S. Scolastica. Da Romanoro si raggiunge il borgo di Montale e il vicino paese di Panigale, si percorre la carreggiata che con una breve salita raggiunge la Strada del Tracciolino. Sul percorso si intercettano spettacolari pareti di arenaria scolpite dalle acque; i ponti ed infine la diga sono opere di grande interesse architettonico. Lungo il tracciato si stacca il raccordo per la storica località matildica di Frassinoro, passando per Rovolo, borgo di notevole interesse architettonico. Tornando lungo la Strada del Tracciolino, si raggiunge la Chiesa ed il paese di Gazzano.
TAPPA 5: Gazzano – San Pellegrino
È la tappa finale, decisamente montana, spettacolare ed impegnativa. Seguendo la stradina asfaltata che parte da Gazzano, si arriva a Le Pere Storte, borgata composta da un complesso padronale e da fabbricati colonici. Dopo le ultime abitazioni si prosegue lungo una carraia salendo fino a Case Farioli e Fontanaluccia, borgo di antica origine famoso per i suoi castagneti. Guadato il Rio Rumale si giunge a La Teggia, da cui una graduale salita, attraversando foraggere e faggete, porta al Monte Roncadello ed al sottostante borgo.
Dal Roncadello si arriva alla località detta Colle del Morto. Da qui il percorso intercetta più volte la strada asfaltata che porta a S. Geminiano. Raggiunto il Passo delle Radici, si attraversa la statale e si prende la strada asfaltata che giunge alle prime case a valle del Borgo di San Pellegrino in Alpe con una vista unica sul versante toscano.
Di quest’ultima tappa vi è anche una “variante estiva“, denominazione che dipende dal fatto che se ne sconsiglia la percorrenza nella cattiva stagione.
Dalla chiesa di Gazzano si attraversa il paese e si raggiunge la Fontana della Pila, con tavolini e area pic-nic. Si prosegue, superando un costone roccioso da cui la vista si apre sulle strette del Dolo, dominate dal rudere della Torre dell’Amorotto, una parte dell’antico Castello delle Scalelle. All’inizio del XVI secolo la rocca fu occupata da Domenico d’Amorotto da cui prese il nome. Il sentiero prosegue poi a Civago, l’ultimo centro abitato che precede alcune delle più interessanti zone di boschi e praterie di alta quota del crinale reggiano: l’Abetina Reale e il Monte Prado. Civago offre una serie di sentieri tematici che permettono di osservare pascoli e castagneti con ancora antichi manufatti: fontane, tegge, metati, maestà, muretti a secco. Dalla Piazza di Civago si raggiunge poi Case di Civago.
Il percorso aggira i ruderi delle Case del Dolo e giunge al Rifugio San Leonardo, ricostruito sul luogo dell’antico hospitale per pellegrini, la cui esistenza è documentata già dal XII secolo. Subito oltre, si superano con guado il Dolo e il Riaccio delle Forbici, si risale sull’antica via delle Forbici e si raggiunge il Passo delle Forbici.
Per maggiori info e scaricare il Readbook visita il sito ufficiale del Sentiero Matilde.
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